Disturbo da deficit di attenzione e iperattività

Psicoterapeuta per disturbo da deficit di attenzione e iperattività

Il bambino con Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività può spesso presentare, nel racconto dei genitori una storia di sviluppo caratterizzata da ritmi irregolari sonno/veglia nel primo anno di vita (ad esempio frequenti risvegli o difficoltà di addormentamento), oppure eccessiva irrequietezza motoria al momento del risveglio, che diviene ancora più evidente dopo la conquista della deambulazione motoria, acquisita generalmente nei tempi previsti, ma tale da rendere necessaria una costante vigilanza dell’adulto. 

Il bambino con Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività dimostra interesse verso gli oggetti che lo circondano senza tuttavia riuscire a soffermarsi su di essi per un tempo necessario alla loro conoscenza: ciò porta i genitori a riferire che in realtà il figlio non si appassiona a un gioco o a un’attività tipica della sua età. Questi bambini sono capaci di reazioni eccessive di fronte al rifiuto dei genitori di assecondare un loro desiderio, e nello stesso tempo esplorano e usano in modo superficiale e frettoloso un oggetto avuto dopo molte insistenze. La debole tolleranza all’attesa e alla frustrazione può favorire nei genitori l’insorgere di comportamenti anticipatori rispetto alle richieste del figlio; essi tenderebbero cioè a soddisfare le sue richieste prima del momento stabilito (ad esempio un regalo dato anzitempo), o addirittura prima che vengano espresse dal bambino stesso , proprio per evitare crisi di pianto o reazioni comportamentali esagerate .

E’ generalmente con l’ingresso alla scuola materna che hanno inizio i primi problemi: il bambino con Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività ha difficoltà nel rispettare alcune semplici regole di convivenza sociale, a star seduto durante lo svolgimento di attività educative; si entusiasma facilmente ad ogni nuova proposta didattica, senza tuttavia riuscire a portarla a termine; viene accettato inizialmente dai compagni all’interno dei loro giochi, per essere poi rifiutato perché non accetta di perdere o perché è incapace di rispettare le regole concordate; per questo diventa impopolare e può restare isolato dal gruppo.

I genitori, generalmente, quando portano in consulenza il proprio figlio sottolineano la presenza di alcuni comportamenti che è possibile sintetizzare con le seguenti espressioni: “Non ascolta mai quello che gli si dice”, “E’ tremendo”, “E’ irritabile”. Si sentono spesso inefficaci nello stabilire la disciplina nell’ambito familiare e nell’ottenere il rispetto di semplici regole di convivenza. 

E’ poi l’ingresso nella scuola elementare, e la relativa richiesta di dedicarsi per tempi più prolungati ad attività strutturate, che mette particolarmente in difficoltà il bambino con Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività. 

 

Criteri diagnostici:

- Disattenzione:

  1. Spesso non riesce a prestare attenzione ai particolari o commette errori di distrazione nei compiti scolastici, o in altre attività;
  2. Spesso ha difficoltà a mantenere l’attenzione sui compiti o sulle attività di gioco;
  3. Spesso non sembra ascoltare quando gli si parla direttamente;
  4. Spesso non segue le istruzioni o non porta a termine i compiti scolastici e le incombenze;
  5. Spesso ha difficoltà a organizzarsi nei compiti o nelle attività;
  6. Spesso evita, prova avversione, o è riluttante a impegnarsi in compiti che richiedono sforzo mentale protratto (come compiti a casa o a scuola);
  7. Spesso perde gli oggetti necessari per i compiti o le attività;
  8. Spesso è facilmente distratto da stimoli estranei;
  9. Spesso è sbadato nelle attività quotidiane.

- Iperattività:

  1. Spesso muove con irrequietezza mani o piedi o si dimena sulla sedia;
  2. Spesso lascia il proprio posto in classe o in altre situazioni in cui ci si aspetta che resti seduto;
  3. Spesso scorazza e salta dovunque in modo eccessivo in situazioni in cui ciò è fuori luogo;
  4. Spesso ha difficoltà a giocare o a dedicarsi a divertimenti in modo tranquillo;
  5. È spesso “sotto pressione” o agisce come se fosse “motorizzato”;
  6. Spesso parla troppo.

- Impulsività:

  1. Spesso “spara” le risposte prima che siano state completate le domande;
  2. Spesso ha difficoltà ad attendere il proprio turno;
  3. Spesso interrompe gli altri o è invadente nei loro confronti.

 

Il trattamento

Numerose ricerche hanno accertato l’efficacia di specifici trattamenti, generalmente denominati psicoeducativi, sulle principali caratteristiche del disturbo (impulsività, disattenzione e iperattività) come sulle problematiche secondarie, quali la difficoltà a rispettare le regole, a mantenere significative relazioni sociali, affrontare situazioni di problem solving , adottare adeguati comportamenti in classe, ecc. Pertanto, l’approccio che si sta dimostrando più largamente efficace per questo disturbo è definito multimodale e prevede un intervento diretto al bambino e un aiuto alla famiglia e alla scuola. 

Il programma psicologico, basato sull’insegnamento dell’autoregolazione attraverso procedure di autoistruzione verbale denominato “Fermati, guarda e ascolta” è stato integrato con l’uso di tecniche cognitivo-comportamentali (il rinforzo, il costo della risposta, il modellamento, ecc.) e l’approccio al problem solving.

Molto importanti sono il Parent training (rivolto ai genitori) e il Teacher training (rivolto agli insegnanti)-

L’obiettivo è di far apprendere ai genitori e agli insegnanti strategie per essere più riflessivi , coerenti nell’applicazione dei metodi educativi e organizzati nelle loro attività, al fine di aiutare il bambino ad acquisire capacità di autogestione. Serve ai genitori per prendere consapevolezza di com’è strutturato il proprio ambiente familiare, in vista di una riorganizzazione finalizzata ad aumentare la riflessività del bambino e a diminuire la presenza di comportamenti problematici. 

Essendo la scuola il luogo in cui i bambini trascorrono la maggior parte del loro tempo, riveste un’importanza fondamentale il Teacher training . Gli obiettivi di quest’ultimo saranno fornire dettagli su come strutturare l’ambiente scolastico partendo dai bisogni e dalle caratteristiche del bambino iperattivo, fornire agli insegnanti degli strumenti utili per la modificazione del comportamento e fornirgli dei consigli su come aiutare l’alunno a migliorare la propria relazione con i pari. 

Il programma prevede quattro fasi di lavoro, ognuna con una specifica funzione. La prima fase è composta dalla: comprensione del problema, preparazione al cambiamento e  approccio alla complessità del problema. La seconda fase serve a introdurre alcune tecniche educative di gestione del comportamento del bambino, durante gli incontri vengono affrontate diverse tematiche. La terza fase, definita di gestione cognitiva del bambino, prevede l’utilizzo di tecniche che nascono dalla capacità di previsione acquisita dal genitore dell’interazione tra evento, risposta del figlio e conseguenze. La quarta e ultima fase ha lo scopo di fornire ai genitori una chiave di lettura del percorso compiuto e dovrebbe consentire un bilancio del lavoro svolto.

Come per tutti i Disturbi Specifici dello Sviluppo, la formulazione di una corretta diagnosi è condizione primaria per mettere in atto interventi di trattamento efficaci prima che si sviluppino gravi disturbi nell’adattamento del bambino al suo contesto di vita. 

 

Deficit di attenzione e iperattività

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Psicoterapeuta Maria Teresa Lenoci

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