I Disturbi della Condotta si caratterizzano per una modalità ripetitiva e persistente di condotta antisociale, aggressiva e provocatoria, con violazione dei diritti fondamentali degli altri e/o delle principali norme o regole societarie in relazione all’età. Il bambino solitamente manifesta accessi d’ira insolitamente frequenti o marcati per il suo livello di sviluppo, litiga spesso con gli adulti, compie spesso azioni che irritano gli altri, è spesso dispettoso e vendicativo, distrugge volontariamente cose che appartengono agli altri, mostra spesso risentimento e ira.
Per quanto riguarda il Disturbo Oppositivo Provocatorio è caratterizzato da comportamento marcatamente provocatorio e disobbediente che non include atti di delinquenza o manifestazioni aggressive o antisociali estreme. Il comportamento del bambino Oppositivo Provocatorio è negativi stico, ostile e provocatorio; spesso va in collera, litiga con gli adulti, sfida attivamente o si rifiuta di rispettare le richieste e le regole degli adulti, spesso accusa gli altri per i propri errori o il proprio cattivo comportamento, è spesso arrabbiato o rancoroso, è spesso vendicativo e dispettoso. L’anomalia del comportamento causa una compromissione clinicamente significativa del funzionamento sociale, scolastico o lavorativo.
Questi tipi di disturbi si manifestano usualmente con ipocontrollo, scarsa riflessività, difficoltà ad assumere una prospettiva diversa dalla propria, assenza di problem solving, un’incapacità cioè di attivare processi di pensiero (selezione degli obiettivi, generazione di alternative possibili di soluzione, considerazione delle loro possibili conseguenze e successiva messa in atto) in grado di guidare in modo funzionale il comportamento. I bambini con Disturbo della Condotta, mostrano in genere una tendenza a produrre e a elaborare meno soluzioni, rispetto ai bambini non aggressivi, e, soprattutto, le risposte appaiono carenti nel contenuto e nella qualità.
Il modello cognitivo-comportamentale della rabbia e dei comportamenti aggressivi nell’età evolutiva prevede quindi che le emozioni e i relativi agiti aggressivi del bambino siano regolati dal modi in cui egli percepisce, elabora e media gli eventi ambientali, piuttosto che dagli eventi in sé. La rabbia è una reazione soggettiva ai problemi e agli eventi frustranti quotidiani. Si assume che i bambini pronti all’aggressività difettino, appunto, delle risorse psicologiche necessarie per fronteggiare gli eventi critici, e abbiano bisogno di essere aiutati a sviluppare le abilità necessarie per gestire efficacemente gli stimoli ambientali esterni e gli stimoli interni, ciò attraverso procedure orientate sia all’azione, e cioè al piano comportamentale (ad esempio training assertivo, tecniche di rilassamento, ecc.), sia alle rappresentazioni interne, cioè più cognitive (sviluppare un adeguato self-talk per controllare l’impulsività, il problem-solving, lo humor, ecc.)
Il trattamento
Nei Disturbi della Condotta e nel Disturbo Oppositivo Provocatorio, è ormai indiscussa la maggior efficacia terapeutica di interventi multimodali e multisistemici che tengano conto dell’origine complessa del disturbo, cercando di influire sui diversi fattori che contribuiscono all’emergere del comportamento deviante e prevedendo interventi individuali, familiari e extrafamiliari.
I genitori dei bambini con Disturbi della Condotta hanno certamente bisogno di essere sostenuti sia nella gestione delle regole educative quotidiane, sia in una maggiore comprensione delle motivazioni relazionali del comportamento del bambino. La ristrutturazione di tali aspetti cognitivo- comportamentali può essere affrontata attraverso specifici percorsi “psicoeducativi” detti “parent training”: si tratta, di programmi strutturati, volti alla promozione nei genitori di nuove competenze comunicative, educative, di gestione delle regole e del conflitto. Attraverso le tecniche di parent training , tendono a migliorare sia le abilità interpersonali del genitore che quelle del bambino , con il risultato di un comportamento sociale più efficace, soprattutto nei disturbi di tipo oppositivo-provocatorio.
Importante è anche lavorare sul piano affettivo; in primo luogo da una definizione delle aree avvertite come maggiormente problematiche nell’interazione quotidiana con il bambino, quelle in cui la sua aggressività o la sua oppositività si manifestano in forma più marcata. Gli eventi registrati vengono poi dettagliati e rielaborati in seduta con le procedure tipiche della terapia cognitiva classica.
L’approccio cognitivo-comportamentale ha messo a punto un insieme di procedure che si sono dimostrate utili nella terapia dei Disturbi della Condotta, a cominciare dai diversi programmi o “training all’autocontrollo”, nei quali i bambini vengono supportati nell’individuare le esperienze fisiologiche che segnalano la comparsa di una reazione di rabbia, e incoraggiati a graduare i livelli di intensità dell’emozione avvertita. Infine, si può agire sul “dialogo interno” aiutando il bambino a identificare pensieri che possono aumentare o ridurre l’attivazione emotiva della rabbia, condizionando i comportamenti.